Opera Omnia

ILDERADUS

IL SEGRETO DEL LIBELLUS PRECUM

Sacra rappresentazione di Paolo Colombo

per cinque parti strumentali e voce recitante

Testo di Antonio Polignano
musica di PAOLO COLOMBO

N.38

Esecuzione: CONCENTO DE PIFARI


LO SPETTACOLO

Ilderadus è un milanese, realmente esistito, che racconta in prima persona le avventure legate ad un suo pellegrinaggio a Roma compiuto nel 1299, in età per lui giovanile. Attraverso la sua narrazione il medioevo è descritto realisticamente, correttamente da un punto di vista storico, ma ciò non impedisce allo spettatore di ascoltare una storia avvincente.

Il viaggio rappresenta una vera e propria prova di iniziazione spirituale, durante la quale Ilderadus deve superare gli ostacoli della natura, ma anche l'opposizione di alcuni demoni.

La musica originale, affascinante commistione di stilemi d'epoca e di espedienti compositivi contemporanei, consente di approfondire il dramma della narrazione, attraverso temi musicali effettivamente utilizzati dai pellegrini medievali (contenuti nel Libro di Vermell).



IL VERO TESTAMENTO DI ILDERADUS

LE CARATTERISTICHE DELLO SPETTACOLO

Il pellegrinaggio di Ilderadus è una sacra rappresentazione che descrive il suo processo di redenzione ed il passaggio a nuova vita

La vicenda è scandita dalle ore della liturgia

La struttura del testo e della musica rispetta rigorosamente le simmetrie che di volta in volta si fanno luce nel viaggio di Ilderadus.

È un'avventura narrata dal protagonista in prima persona (il racconto è così più incisivo), ma ci sono anche tinte di giallo date dagli enigmi che Ilderadus deve sciogliere

La partitura musicale non prevede un organico prestabilito, quindi le cinque parti reali possono essere eseguite da cinque o più strumenti qualsiasi, se appropriati. Anche questa scelta è in pieno stile medievale. Consigliati comunque sono gli ensemble di strumenti antichi, oppure i complessi di archi

Il testo attinge spesso a vocaboli altisonanti e perifrasi arcaiche per ricreare una magica atmosfera di un'epoca lontanissima

Il medioevo rappresentato è rigorosamente corretto, anche nei riferimenti alle credenze popolari, alle superstizioni, al carattere magico che veniva effettivamente attribuito ai fenomeni naturali

Nascoste lungo tutto lo spettacolo ci sono numerosi riferimenti alle conoscenze esoteriche dell'epoca, riferite alla cultura, rosacrociana, templare, catara, ebraica

Al termine dello spettacolo è possibile intrattenersi col pubblico per presentare gli strumenti antichi utilizzati dall'orchestra e per eventuali chiarimenti sulla soluzione del mistero

L'allestimento dal vivo non richiede particolare illuminazione, è consigliabile la realizzazione in ambienti chiusi, la durata è di circa 65 minuti

LA TRAMA

Ilderadus ricorda la cerimonia di investitura prima di iniziare il racconto del suo viaggio, che doveva compiere per espiare le colpe di cui si era macchiato a causa di una smodata brama di conoscenza priva di fede e umiltà. Il suo padre confessore, dom Pietro, gli affida tre prove che deve superare se vuole veramente redimersi: deve giungere fisicamente a Roma, deve scoprire perché quella è la meta del suo viaggio, infine deve scoprire come termina una frase citata volutamente incompleta. Per aiutarlo dom Pietro segnala che validi insegnamenti gli potranno arrivare dalla lettura del libellus precum, un libro di preghiere affidato ad Ilderado durante la cerimonia d'investitura.

Poco dopo la partenza Ilderado conosce Fiorone, un ambiguo personaggio che lo aiuterà spesso a risolvere i vari problemi del viaggio, come lo sfiorato naufragio nell'attraversamento del Po, o lo smascheramento di un falso informatore. Alla magione templare di Poggibonsi Ilderado ha una visione demoniaca che Fiorone interpreta ammonendolo che è in pieno svolgimento il processo di redenzione.

Visitando Siena conosce presso la fabbrica del Duomo i monaci di San Galgano, che gli parlano del santo e della spada nella roccia, che Ilderado decide di andare a vedere all'eremo di Chiusdino. Davanti al lago di Bolsena Ilderado ha un'altra visione che interpreta come il miracolo di Santa Cristina, patrona del luogo. Nel finale c'è la descrizione delle chiese di Roma viste nel rossore del tramonto dalla cima del monte Mario, ormai a ridosso dell' agognata meta. Con l'aiuto delle frasi pronunciate da Fiorone e di quelle viste sul libellus, Ilderado riesce anche a sciogliere gli enigmi e si appresta quindi ad entrare a Roma per ricevere la benedizione papale che sancisce la sua purificazione.



IL FRONTESPIZIO